La parola chiave può aprire infinite porte e, attraverso la SEO, garantire il successo dell’inbound marketing.
In tema di Search Engine Optimization la parola chiave combina tutte le accezioni appena elencate: riassume un contenuto, definisce il suo nodo essenziale e può offrire propizie ed inedite occasioni di business ad imprese, commercianti e professionisti che si affidano all’inbound marketing.
La SEO è nient’altro che parola chiave.
Parola chiave è in realtà un concetto tanto facile da comprendere quanto difficoltoso da assimilare e da mettere in pratica. Ne abbiamo frequente conferma durante le fortunate occasioni in cui eroghiamo a favore delle aziende non soltanto consulenza ma anche training e tutoring per la formazione del personale e dei responsabili della comunicazione.
La keyword è il pilastro del Search Engine Marketing, e ad essa il SEO deve dedicare gran parte del suo impegno: prima ancora di usarla come riferimento nell’indicizzazione sui motori di ricerca, o come strumento promozionale nel Search Engine Advertising, lo specialista deve identificarla, verificarne l’esatta coerenza con il core business, vagliare accuratamente i sinonimi ed il relativo valore semantico che a questi viene assegnato da Google, Bing e Yahoo.
Se rigore metodologico e sperimentati criteri analitici supportano gli operatori del Web Marketing dalle iniziali fasi di benchmark fino alla misurazione di ROI e KPI, non esiste invece una via breve e univoca per assimilare un principio imprescindibile: parola chiave e contenuti stanno al copywriting come la penna, o la tastiera, ad un qualsiasi testo scritto.
L’importanza del focus.
Google in Webmaster Tools la declina come una delle principale regole per gli autori: è indispensabile concentrarsi su di uno specifico argomento alla creazione di ogni nuovo contenuto. Con lo stesso obiettivo invita a prestare attenzione a che ciascun titolo sia originale, unico. Perché?
Perché in questo modo è possibile focalizzare la keyword senza distrazioni e condizionamenti, e agevolare tanto il compito del lettore quanto il lavoro degli spider. Per spiegarci meglio è sufficiente un esempio.
Immaginiamo il blog di un’azienda che produce e commercializza abbigliamento e relativi accessori. Per essa sarà difficile se non impossibile ottenere un buon posizionamento nelle SERP con una delle tre parole chiave “cinture, portafogli e braccialetti in pelle” utilizzate nel medesimo post.
L’obiettivo di rendersi ben visibili nei motori di ricerca sarà fortemente agevolato se, invece, le tre categorie di prodotti verranno trattate in distinte e ben circoscritte pubblicazioni. Meglio ancora se, per ciascun articolo, verrà offerto un approfondimento legato a caratteristiche peculiari come colore, fattura e specifica destinazione d’uso.
In altre parole: non è concesso derogare a questo metodo pensando di poter usare invariabilmente i termini “giacche per uomo” e “giacche uomo”, se il focus è soltanto la seconda delle due varianti linguistiche. E non ci si aspetti di svettare su Google, salvo casi di fortuna, con un post nel quali si parli di “cilindri” e “pistoni”.
Per concludere: laddove l’orientamento SEO rappresenti un imperativo strategico nella comunicazione dell’impresa, la scelta di una sola, esclusiva e precisa parola chiave diventa requisito fondamentale e premessa vincolante per la produzione di qualunque messaggio editoriale e di marketing.

Dici bene e dici giusto. Tuttavia come sarà il traffico nelle SERP fra 5 anni? Quando tutte le key fondamentali sono state utilizzate? E chi vincerà il quality score che farà assurgere la propria attività sul Web?
Oggi vediamo molta qualità data da una buona ottimizzazione e da fattori rilevanti che conosciamo bene. Ma domani punteremo sull’iperqualità dei contenuti per posizionarci nel risultato organico? O tutto finirà nel calderone del traffico a pagamento? Bel dibattito 🙂
Grazie per questo articolo e per gli altri che hai scritto sul tuo blog.
Thomas